Oggi mi dicevo: non si può far di tutta un’erba un fascio, perché ci sono canzoni estive e canzoni estive, tormentoni e canzoni “da piedi”.
Parto però da un problema: è estate da qualche giorno, ma non c’è ancora un tormentone per l’estate 2015. E’ una preoccupazione. A dirla tutta il 2015 è oggettivamente già pieno di tormentoni: l’Expo, gli immigrati, il gender, Il Volo, ma non c’è ancora la canzone di qualche pubblicità mandata in loop, “la” canzone dei balli in Riviera, quella che sai che poi finisce in parodia a fine agosto su facebook. Penso a Vamos a la playa, a Waka Waka, ad Asereje, alla Macarena, al Pulcino pio…
Ma cos’è un tormentone? L’uso di questo termine risale agli anni sessanta, ai tempi degli spettacoli di varietà, quando un’espressione o una frase fatta veniva diffusa e reiterata dalle radio, dai giornali, da altre trasmissioni televisive o semplicemente tramite il passaparola e veniva usata poi ripetutamente nel gergo e nella quotidianità e diventava così un “tormento”. Proprio con Vamos a la playa degli anni ’80 il termine viene trasposto alla musica e in particolare alle canzoni estive, trasmesse nelle spiagge a ritmo continuo dagli altoparlanti dei bagni. In pratica un tormentone risponde alle seguenti caratteristiche: l’elevata fruibilità, possibilmente di tipo passivo (pubblicità, passaggi frequenti alla radio, nei negozi e supermercati, ecc); il ritmo semplice, ballabile e trascinante; il testo elementare, anche senza significato (Asereje ne è stato l’esempio più eclatante).
La canzone estiva “da piedi” è un’altra cosa: è quella canzone allegra e spensierata che ti fa sorridere e tenere il tempo senza che tu voglia farlo, ma che soprattutto puoi seguire coi piedi mentre sei sulla sdraio e prendi il sole. Tutti e due a destra, tutti e due a sinistra, uno a destra, uno a sinistra, entrambi all’esterno, entrambi all’interno, uno avanti, uno indietro… regolare e beata, mentre ad occhi chiusi non pensi a nient’altro che a seguire il tempo (e non ti serve pensarci neanche troppo). E’ semplicemente la tipica canzone estiva con le chitarre in sottofondo e una voce allegra che parla del sole e di quanto è bello essere innamorati o di poco altro. Ma sia chiaro: non è “il tormentone”, perché non è detto che sia una canzone nota, anzi, talvolta rimane di nicchia.
Le caratteristiche della canzone “da piedi” sono precise:
- non è del tutto stupida, spensierata ma non stupida;
- ha un ritmo regolare, subito accattivante e una struttura perfettamente rientrante nei canoni tradizionali della canzone pop (strofa, ritornello, strofa, ritornello, ponte, ritornello n. volte). Se già il ritmo è incalzante o troppo rock, non è più “da piedi”;
- è in una tonalità rigorosamente maggiore. Se c’è anche una leggera vena malinconica anche solo nel timbro della voce, non è “da piedi”;
- è per voce e strumenti pop, a volte con percussioni, altre con altri strumenti più particolari (l’ukulele), rigorosamente però con la chitarra classica con plettro e accordi in sottofondo (che rimanda sempre inconsciamente al falò sulla spiaggia e quindi all’estate);
- ha testi che parlano d’amore, d’estate, di libertà, di leggerezza, senza frasi banali tipiche del tormentone (“dammi tre parole…sole, cuore, amore” nella canzone “da piedi” non si sentirà mai!).
Sono anni che penso che questa categoria dovrebbe rientrare nell’immaginario comune.
Riporto sotto qualche esempio.
Michael Bublé – Haven’t Met You Yet
Elton John – The Heart of Every Girl
Natalie Cole – This will be
Simple Plan – Summer Paradise ft. Sean Paul
Michael Franti & Spearhead – Sound of Sunshine ft. Jovanotti
The Foundations – Build me up
James Blunt – Postcards
Ornella Vanoni – Basta poco
Per la cronaca ho pronte delle meravigliose coreografie coi piedi perfezionate negli anni.
(di Roberta Frameglia, 26 giugno 2015)
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